lunedì 11 giugno 2018

un-belmorir: [ i reading di poesia devono essere una delle...



un-belmorir:

[ i reading di poesia devono essere una delle cose

più dannatamente tristi al mondo,

il conclave dei patiti e delle patite,

settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno

dopo anno,

invecchiare insieme,

recitare per una minuscola combriccola,

che continua a sperare che il suo talento venga

scoperto,

registrare insieme la serata su nastro o disco,

sudare l’applauso

quando in sostanza ci si legge soltanto

uno con l’altro,

a New York non trovano un editore

e nemmeno

a mille miglia di distanza,

ma le recitano e continuano a recitarle

davanti a madri, sorelle, mariti,

mogli, amici, altri poeti

e davanti al pugno di idioti capitati

da chissà dove.

mi vergogno per loro,

mi vergogno che debbano sorreggersi a vicenda,

mi vergogno del loro ego sfarfugliante,

della loro mancanza di fegato.

se sono questi i nostri creativi,

vi prego, vi prego datemi qualcos’altro:

un idraulico sbronzo al bowling,

un novellino che gioca a pallacorda,

un fantino che tiene fino alla fine il cavallo

in corsa,

un barista all’ultima ordinazione,

una cameriera che mi versa il caffè,

un ubriacone che dorme in un portone abbandonato,

un cane che sgranocchia un osso senza polpa,

una scoreggia d’elefante sotto la tenda di un circo,

un incidente d’autostrada alle 6 di sera,

il postino che mi racconta una barzelletta oscena.

qualunque cosa

qualunque cosa

eccetto

questi. ]

Charles Bukowski, i reading di poesia



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