sabato 31 dicembre 2016

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"I am writing with my burnt hand about the nature of fire."

“I am writing with my burnt hand about the nature of fire.”

- Ingeborg Bachmann (via wordsnquotes)

The signs as Kafka quotes

kafkaesque-world:

Aries: 

“I will not let myself become tired. I’ll jump into my story even though it should cut my face to pieces.”

Taurus :

“Once I enjoy a person, that joy knows no bounds.”

Gemini:

“One has either to take people as they are, or leave them as they are. One cannot change them, one can merely disturb their balance. A human being, after all, is not made up of single pieces, from which a single piece can be taken out and replaced by something else.”

Cancer:

“I usually solve problems by letting them devour me.”

Leo: 

“I am strangely tired, not from having talked so much but at the mere thought of what I still have to say.”

Virgo: 

“Time is short, my strength is limited, the office is a horror, the apartment is noisy, and if a pleasant, straightforward life is not possible then one must try to wriggle through by subtle maneuvers.”

Libra:

“I am a very unhappy human being and you, dearest, simply had to be summoned to create an equilibrium for all this misery.”

Scorpio:

“I can never tear myself open wide enough to people to reveal everything and so frighten them away.”

Sagittarius:

“I cannot rid myself of the feeling that I’m not in the right place.”

Capricorn:

“Should I be grateful or should I curse the fact that despite all misfortune I can still feel love, an unearthly love but still for earthly objects.”

Aquarius: 

“Being alone has a power over me that never fails. My interior dissolves and is ready to release what lies deeper.”

Pisces:

“I do not see the world at all; I invent it.”



englishcottagedreams:(via Cozy Library, Townend, Lake District |...

Cozy Library, Townend, Lake District

englishcottagedreams:

(via Cozy Library, Townend, Lake District | by Bob Radlinski | Flickr)



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venerdì 30 dicembre 2016

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"First be a magnificent artist and then you can do whatever, but the art must be first."

“First be a magnificent artist and then you can do whatever, but the art must be first.”

- Francisco Goya (via quotemadness)

"Mi guardi, da vicino mi guardi, sempre più da vicino e allora giochiamo a fare il ciclope, ci..."

nobrashfestivity: Man Ray, André Breton and Louis Aragon 1929



nobrashfestivity:

Man Ray, André Breton and Louis Aragon 1929



New Year resolution: having big dreams ;)



New Year resolution: having big dreams ;)



preppycollegeguy: Paris treated me the way they write books...



preppycollegeguy:

Paris treated me the way they write books about



jrgysusobjetos: Trabajando en “ESPACIO Y TIEMPO”, una animación...



jrgysusobjetos:

Trabajando en “ESPACIO Y TIEMPO”, una animación de dibujos sobre el primer instante  del universo. En memoria de ISAAC. Guión y dibujos by (jrG). Fotografía y montaje by BELKA HERZY.

Working in “SPACE AND TIME”, an animation of drawings on the first instant of the universe. In memory of ISAAC. Script and drawings by (jrG). Photography and editing by BELKA HERZY.

Travaillant sur “Espace et le Temps”, une animation de dessins sur le premier moment de l'univers. À la mémoire de ISAAC. Scénario et dessins de (jrG). Photographie et montage par BELKA HERZY.



giovedì 29 dicembre 2016

artpornmagazine: Unknown   Know the artist? Feel free to...



artpornmagazine:

Unknown   Know the artist? Feel free to comment and share with the world!

ArtPorn Magazine is on Facebook



vintagraphblog: Books for Everyone. Vintage poster from The...



vintagraphblog:

Books for Everyone. Vintage poster from The National Association of Book Publishers, 1929.

(via Books for Everyone)



"Most think with sensitivity, I feel at the thought. To the ordinary man, to feel is to live and..."

“Most think with sensitivity, I feel at the thought. To the ordinary man, to feel is to live and think is to know to live. For me, thinking is live and feeling is not more than food for thought.”

- Fernando Pessoa
(via bookmania)


"– Sì – diceva Dechartre – quel che vediamo la notte, sono i resti disgraziati di quello che abbiamo..."

“– Sì – diceva Dechartre – quel che vediamo la notte, sono i resti disgraziati di quello che abbiamo trascurato nella veglia. Il sogno è spesso la rivincita delle cose che si disprezzano o il rimprovero degli esseri abbandonati. Da ciò il suo imprevisto e talvolta la sua tristezza”

- Anatole France, da Il giglio rosso, 1894, cap. XI (via somehow—here)

"In all chaos there is a cosmos, in all disorder a secret order."

“In all chaos there is a cosmos, in all disorder a secret order.”

- Carl Jung
(via fyp-psychology)


cody-sampson:made by Cody Sampson with maya & after...



cody-sampson:

made by Cody Sampson with maya & after effects

Un leggero picchiare sui vetri lo fece girare verso la finestra. Aveva ricominciato a nevicare. Osservò assonnato i fiocchi, argentei e scuri, cadere obliquamente contro il lampione. Era tempo per lui di mettersi in viaggio verso occidente. Sì, i giornali avevano ragione: nevicava in tutta l’Irlanda. La neve cadeva su ogni punto dell’oscura pianura centrale, sulle colline senza alberi, cadeva lenta sulla palude di Allen e, più a ovest, sulle onde scure e tumultuose dello Shannon. Cadeva anche sopra ogni punto del solitario cimitero sulla collina dove era sepolto Michael Furey. Si ammucchiava fitta sulle croci contorte e sulle lapidi, sulle punte del cancelletto, sui roveti spogli. La sua anima si dissolse lentamente nel sonno, mentre ascoltava la neve cadere lieve su tutto l’universo, come la discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e su tutti i morti.

(I morti, James Joyce)



una-lady-italiana: Venezia - by Carlo Nason - 1960 Fascinating...



una-lady-italiana:

Venezia - by Carlo Nason - 1960

Fascinating Venice and the Snow



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mercoledì 28 dicembre 2016

"To be happy, we must not be too concerned with others."

“To be happy, we must not be too concerned with others.”

- Albert Camus (via fyp-philosophy)

corallorosso: Enjoy the Silence - Antonio Aleo



corallorosso:

Enjoy the Silence - Antonio Aleo



ollebosse: by Akira Kusaka Perché non pesi nientecome un...



ollebosse:

by Akira Kusaka

Perché non pesi niente

come un granello di sabbia

quel tanto che serve a lasciare

un’impronta

su un ritaglio di cuore

http://amzn.to/1YsfWvA



hitku: Remington Touch Tanja by Gertrud K Remington!



hitku:

Remington Touch Tanja by Gertrud K

Remington!



batboyblog: When you’re waiting for a friend to get to THAT part of the book

iosonorockmaballoiltango: L'universo è una sfera il cui raggio è uguale alla portata della mia...

iosonorockmaballoiltango:

L'universo è una sfera il cui raggio è uguale alla portata della mia immaginazione. 

Ardengo Soffici



iosonorockmaballoiltango:Carol Rama - Le malelingue A great...



iosonorockmaballoiltango:

Carol Rama - Le malelingue

A great artist!



A little gift to all my followers! ;)



A little gift to all my followers! ;)



lunedì 12 dicembre 2016

Un mondo perfetto

Il mio nuovo racconto, Un mondo perfetto, dedicato a tutti gli Albert e i Crazy Russian. Se vi piace, lasciate un commento! Se non vi piace, lasciate un commento ;)


Era arrivato a Union Square attraverso un dedalo di vie. Aveva girato intorno alla New York University, superato Washington Square e imboccato la Quinta Avenue. Poi aveva camminato a lungo fintanto che gli alberi della piazza, intravisti dalla 15-esima Strada, non gli erano apparsi come un miraggio.  Superato l’ultimo semaforo, si era trovato finalmente di fronte a un’oasi verde, come se avesse varcato i cancelli di una dimensione più ampia, più naturale, attorno alla quale il traffico si disperdeva come le pieghe di un tessuto ben spazzolato.

Dopo essersi guardato attorno per qualche istante, era andato a sedersi su una panchina dei giardinetti all’altezza dell’incrocio con Broadway. Ed era rimasto a lungo a fissare i numeri apparentemente casuali del Metronome, fino a quando, almeno, aveva abbassato lo sguardo. Fu allora che sorrise, guardando il suo orologio, come se avesse riconosciuto qualcosa che capiva e amava.

Osservava il pannello di pietra, al centro dell’installazione, simboleggiante un pendolo che muove le acque, le cui increspature formano dei cerchi concentrici. Un movimento oscillatorio che serve a misurare il tempo. Guardava e riposava. Sembrava lasciarsi cullare da quelle onde che lo portavano indietro nei suoi ricordi e a qualche pensiero di troppo.

Era così stanco che si assopì. Quando riaprì gli occhi, il Metronome era ancora lì, davanti a lui con le foglie d’oro lungo le increspature di quelle onde pietrificate che brillavano illuminate dall’energia del sole.

Quando si alzò per riprendersi dal torpore del sonno breve ma intenso a cui si era abbandonato, vide alle sue spalle un gruppetto di studenti, forse tra di loro c’era qualcuno dei suoi, che si stava raccogliendo sotto la statua di George Washington con striscioni e cartelli. Verso il centro della piazza si sentiva l’eco di una protesta.

Distratto da quelle voci fece una piccola deviazione per guardare i giocatori di scacchi allineati lungo i gradini. Era rimasto catturato da come giocavano: dalle mosse rapide e dallo scatto con cui allungavano la mano per fermare il tempo della partita. Aperture spericolate con cavalli e alfieri che correvano lungo traiettorie avventurose si susseguivano. Torri che restavano in paziente attesa dietro i pedoni. Sui quadrati di quel piccolo mondo che si apriva sui loro tavoli di plastica si sfidava la logica. 

Attorno c’era un andirivieni di gente, giocatori ostinati, spettatori curiosi.

In quanto a lui, in maniche di camicia, stava osservando, con l’aria di saperne qualcosa.

“Una partita?” gli chiese uno di quei giocatori. E nel vederlo esitare mentre si sistemava il ciuffo bianco, indisciplinato, fu così gentile da sostituire la cassetta di plastica che serviva da sgabello con una sedia vera presa in prestito dal vicino. Lo convinse così a giocare, con un gesto da niente; una partita da cinque minuti, un prezzo da pagare cinque dollari. Non un dollaro di più, non un minuto di meno. Cinque era il frutto di una regolamentazione a cui i giocatori della piazza erano arrivati nel nome di una convivenza che garantisse guadagni per tutti. Cinque è un numero intoccabile non essendo la somma dei divisori di nessun altro numero.

“Il vincitore si mangia il piatto” disse il giocatore che era un tipo loquace. E mentre allineava i pezzi sulla scacchiera chiacchierava per tutti quelli che lo stavano ad ascoltare.

“Sai perché ho due orologi al polso?”
Forse a nessuno realmente importava il perché e allora rispose da sé: “Perché è tutta una questione di tempo. Il tempo è tutto”.

La partita finì in fretta. Non era servito a nulla arrotolarsi le maniche della camicia, sistemarsi i capelli, schiarirsi la gola. Aveva gli occhi fissi sulla scacchiera e stava ancora pensando alle possibili evoluzioni del gioco quando il suo cronometro segnò la fine dei cinque minuti. Quello del suo avversario loquace invece non si era che impercettibilmente mosso. Ad ogni angolo di mondo c’è un orologio che misura il tempo relativo delle cose. Tra il pubblico che assisteva alla partita, molti erano andati a guardare altrove perché quel signore, dall’aria di saperne qualcosa, aveva mosso soltanto tre pedoni.

“Ne fai un’altra?” gli chiese il giocatore speranzoso di dollari facili.

E allora, sempre coi modi di capirne qualcosa, si preparò per un’altra partita e tirò fuori da una bustina di pelle un altro biglietto da cinque.  Giocò in tutto per un paio di mosse. Finì mentre pensava alla variante migliore su quella linea di fronte che si apriva davanti alla sua. Infine si alzò, salutò, si scusò per non essere più bravo come una volta a giocare col tempo e si diresse verso la metropolitana.
La giornata era stata lunga. A pochi passi dal chioschetto di ingresso della metro, sistemato su un muricciolo, un poeta – ma aveva tutta l’aria di essere un mendicante – vendeva versi a un quarto di dollaro. Quando gli passò davanti, si sentì chiamare: “Ehi tu! Dico a te! ci conosciamo?”

Lo guardò bene quel mendicante senza sapere cosa rispondere. Quel mattino mentre camminava per strada, si era girato per istinto sentendo chiamare il nome di Albert. Ma quando Crazy Russian, così si era presentato il poeta-mendicante, gli chiese il suo nome, gli uscì di bocca solo Al.

“Ti sei fatto fregare da quelli?”

Al non disse nulla.

“Li ho fatti io” gli disse allora Crazy Russian porgendogli il foglietto di una poesia scritta con la calligrafia stentata di un bambino.

Guarda com'è pacifico il mondo.
La notte
ha imposto al cielo
un tributo stellato.
È in ore come questa
che si sorge
e si parla ai secoli,
alla storia,
alla creazione.

“Sono molto belli” disse Al dopo essersi preso tutto il tempo necessario per leggerli.
“Non sei di qui, vero?”

Crazy Russian era curioso per via di quell’accento duro in gola con cui Al, o come diavolo si chiamava, parlava. Al scosse la testa e fece una smorfia. Crazy Russian lo guardò con sorpresa anche se era da tanto che non si stupiva più di nulla.

“Dove sei nato?” gli chiese impaziente rompendo il silenzio.

La risposta di Al venne dopo un attimo di riflessione mentre cercava di mettere insieme il quarto di dollaro con cui pagare i versi di Crazy Russian.

“Ho vissuto a lungo in Svizzera”.

Crazy Russian scosse la testa, per dire che aveva capito e approvava.

“Io invece sono nato qua, in questo buco di merda” incominciò a dire.

“Fame, umiliazioni... ogni dannata cosa. E miseria. In queste stramaledette strade non c’era che miseria quand’ero bambino. E quando sono cresciuto, era persino più orribile di quando sono nato. E si fa ogni volta peggiore”.

Al lo guardava senza dire nulla.

“Non c’era niente una volta di tutto quello che c’è oggi. E quello che c’era, adesso non c’è più. L’Astor, la Pennsylvania Station, il vecchio Madison Square Garden… tutto sparito… col tempo si fa sempre più orribile” diceva scuotendo la testa.

“Oggi è la città più brutta, lurida, merdosa del mondo”.

Mentre parlava, Crazy Russian osservava Al frugare tra le monete.

“E Brooklyn? se penso a Brooklyn… quante volte ho attraversato il ponte, a pancia vuota, a denti stretti, avanti e indietro, a elemosinare qualcosa, mai avuto niente... vendevo giornali a Times Square, mendicavo a Broadway. Ogni tanto tornavo a casa con 10 centesimi”.

Poi Al si stufò di contare e fece scivolare una manciata di monete nella scatola da cui Crazy Russian tirava fuori i suoi versi.

“Eh no, non c'è da stupirsi se ho avuto tanti incubi in tutta la mia vita” disse Crazy guardando la scatola.

“Non so come ho fatto a sopravvivere e a rimanere in me. Ancora adesso non so se sono sveglio o sto sognando. Tutta la mia vita mi sembra un lungo sogno attraversato da incubi”.

Al gli sorrise con fare dolce. Ripiegò il foglietto con la poesia e se lo mise in tasca prima di imboccare le scale della metropolitana. Camminando verso i treni, si ricordò di essersi trovato un giorno a bordo di un tram e di aver visto la torre dell’orologio che domina Berna. Immaginò cosa sarebbe successo se quel tram fosse schizzato via allontanandosi alla velocità della luce. Si rese subito conto che l’orologio della torre gli sarebbe apparso fermo mentre il suo, nel taschino, avrebbe continuato a ticchettare. E se fosse tornato dopo un lungo volo, avrebbe trovato che lì già da tempo erano cresciute nuove generazioni, mentre lui non era che minimamente cambiato.

Quando uscì in superficie a Grand Central, un raggio di sole tiepido gli attraversava il corpo. Notò la gentilezza della calda stella gialla al tramonto. Attorno a lui si muoveva l’universo della città.

domenica 4 dicembre 2016

"Tra i rumori della folla ce ne stiamo noi due,
felici di essere insieme, parlando poco,
forse..."

“Tra i rumori della folla ce ne stiamo noi due,
felici di essere insieme, parlando poco,
forse nemmeno una parola.”

- Walt Withman (via uncasinoinnamorato)

bookmania: “A room without books is like a body without a...



bookmania:

“A room without books is like a body without a soul.” - Cicero



badilus:La Mole Antonelliana ops Turin ;)



badilus:

La Mole Antonelliana

ops Turin ;)



art-mysecondname: Francis Picabia  



art-mysecondname:

Francis Picabia  



blugio: “ Benedetti siano gli istanti, e i millimetri, e le ombre delle piccole cose.” Fernando...

blugio:

“ Benedetti siano gli istanti, e i millimetri,
e le ombre delle piccole cose.”

Fernando Pessoa



iosonorockmaballoiltango:Admont Abbey Library, Austria - Ph Elke...



iosonorockmaballoiltango:

Admont Abbey Library, Austria - Ph Elke Rittner Ahokas



"Mi contraddico? Ebbene sì. Mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini."

“Mi contraddico? Ebbene sì. Mi contraddico. Sono vasto, contengo moltitudini.”

- Walt Whitman (via erone-lavita-lestranezze)

Divina













Divina



sabato 3 dicembre 2016

rmdrk:excerpt - #Brokenflowers is out everywhere - ONLY through...



rmdrk:

excerpt - #Brokenflowers is out everywhere - ONLY through my site do they come signed for a limited time. (link is on my bio) #rmdrake #artbasel2016

Ragazza triste, vedo la pioggia nei tuoi occhi e crepe nella tua anima. Ma ti prego, credi, ci sono migliaia di cose splendide che ti aspettano



1suitcase: J. J. Heckenhauer Bookstore (Holzmarkt 5, 72070...





1suitcase:

J. J. Heckenhauer Bookstore (Holzmarkt 5, 72070 Tübingen) where Hermann Hesse  — poet, novelist and painter and 1946 recipient of the Nobel Prize in Literature — apprenticed as a bookseller for three years and worked one year as an assistant bookseller from 1895 - 1899.

Tübingen, Germany, November 2016



bookscallingproject: Budapest-style street bookstore 📚 😍 



bookscallingproject:

Budapest-style street bookstore 📚 😍 



now-youre-cool: Love Trumps Hate, Union Square, NYC















now-youre-cool:

Love Trumps Hate, Union Square, NYC



rmdrk:#Brokenflowers is out everywhere - ONLY through my site do...



rmdrk:

#Brokenflowers is out everywhere - ONLY through my site do they come signed for a limited time. (link is on my bio) #rmdrake #artbasel2016

Donati al cielo, libera la tua anima e lasciati consumare dall’universo



theparisreview: The Pleasures of Incomprehensibility Defending...



theparisreview:

The Pleasures of Incomprehensibility

Defending the abstruse glory of “The Voynich Manuscript”.


"I like you; your eyes are full of language."

“I like you; your eyes are full of language.”

- Anne Sexton, Letter to Anne Clarke: July 3, 1964 (via quotethat)

"Never lose a chance of saying a kind word."

“Never lose a chance of saying a kind word.”

- William Thackeray (via quotemadness)

venerdì 2 dicembre 2016

historicaltimes: Albert Einstein’s office - just as the Nobel...



historicaltimes:

Albert Einstein’s office - just as the Nobel Prize-winning physicist left it - taken hours after Einstein died. Princeton, New Jersey, April 1955.

via reddit



"È già l'una passata. A quest'ora tu sarai a letto. Come un fiume d'argento traversa la notte la Via..."

“È già l'una passata.
A quest'ora tu sarai a letto.
Come un fiume d'argento
traversa la notte
la Via Lattea.
Io non ho fretta
e non ti voglio svegliare
con speciali messaggi.
Come si dice,
l'incidente è chiuso.
Il battello dell'amore
s'è infranto contro la vita circostante.
Tu ed io
siamo pari.
Non vale la pena di citare
le offese
i dolori
e i torti reciproci.
Guarda com'è pacifico il mondo.
La notte
ha imposto al cielo
un tributo stellato.
È in ore come questa
che si sorge
e si parla ai secoli,
alla storia,
alla creazione”

- Vladimir Majakovskij (via yourhandinminethings)

megafarfalla: Amore dopo amore “Tempo verrà in cui, con...



megafarfalla:

Amore dopo amore

“Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola”.

DEREK WALKOTT, è un poeta dell'Isola di Santa Lucia. Premio Nobel per la letteratura nel 1992.



"The name of a person you love is more than language…"

“The name of a person you love is more than language…”

- Tennessee Williams, The Vine
(via bookmania)


thenewloverofbeauty:Yonejiro Noguchi (1875-1947)  Japanese Poet...



thenewloverofbeauty:

Yonejiro Noguchi (1875-1947)  Japanese Poet and Father of Isamu Noguchi (from whom he was estranged)