martedì 15 aprile 2014

Reflections

I don't know if you struggle with time. Sometimes I do,  sometimes I am kind of obsessed with the mystery of time. And I liked a lot this beautiful series of photos taken by Tom Hussey, who portrayed old people looking at their younger reflection in the mirror.



Here you can see the whole Reflections series by Tom Hussey

venerdì 11 aprile 2014

Sinossi che passione!



La sinossi. Me ne sto rendendo conto leggendone tante una dietro l'altra: la sinossi è il biglietto da visita dell'opera. Non è retorica. A volte la tendenza (parlo anche per me) è quella di scrivere, nella sinossi, dei massimi sistemi. Un esempio? eccolo:
La natura del pensiero empirico consiste dunque nel liberare dal significato i propri “sensi interni”, per esplorare le correnti emozionali e mentali e raggiungere “un vuoto ideale”, al limite della cultura e del pensiero. - (Empirismi, stati di coscienza e altri elettricismi di Aldo Strisciullo)

E' la sinossi di una raccolta di poesie. L'avreste mai detto? Bene, leggendo, sto realizzando che da lettore i massimi sistemi non mi interessano. Se una sinossi non mi fa capire cosa leggerò - poesia, romanzo, racconti - vuol dire che non è efficace.

E non mi interessa nemmeno che l'autore mi spieghi in quelle poche righe il suo concetto di poesia. Da una sinossi voglio sapere che genere di storia andrò a leggere, quale mondo, quale dimensione le poesie esplorano, qual è il loro contenuto di originalità che dovrebbe spingermi a leggerle. Voglio sapere se la storia mi può interessare; e non voglio un assaggio letterario, per quello c'è l'anteprima.

Poi ci sono le sinossi che tentano di stuzzicare la curiosità del lettore. Per esempio:
Non era vero niente. - (Come me non c'è nessuno di Antonio Castelli)
oppure
Hai mai avuto voglia di disertare? - (Il disertore di Marco Bonafede)
Sono le sinossi più brevi che mi sia capitato di leggere. Funzionano nell'acchiappare lettori? magari questo possono dircelo gli autori se per caso capitano da queste parti; per quanto mi riguarda posso dire che su di me non fanno un grande effetto.

Io per le sinossi ho la mia strategia. E' quella tecnica di scrittura chiamata fiocco-di-neve. Consiste nel prendersi il tempo, diciamo un’oretta, per sintetizzare in una sola frase tutto il libro. Io inizio con poche parole, non più di 15, cercando di tratteggiare il quadro generale e al tempo stesso specifico della storia, spiegando quale personaggio ha più da perdere e cosa vuole ottenere. Ed è utile farlo subito, nel momento in cui si progetta la storia. Prima ancora di iniziare a scrivere, la sinossi è pronta, in tutta la sua essenzialità.

martedì 1 aprile 2014

Un altro mese indie



Aprile è arrivato, è arrivata anche l'ora legale, un altro mese di letture indie è passato. E allora? E allora ecco un piccolo consuntivo della mia esperienza di esplorazione dell'imprevedible mondo indie.

Tanto per cominciare devo dire che sto trovando decisamente piacevole il mio appuntamento quotidiano di letture indie e tra le diverse cose che ho letto ce ne sono alcune che mi sono davvero piaciute. Tra queste L'enigma delle anime perdute di Manuela Paric (che tra l'altro ringrazio per avermi inviato l'ebook completo e del quale scriverò una recensione); mentre tra le anteprime più recenti, ho trovato molto intrigante Blu di cobalto di Merina Frattini, romanzo in prima persona a due voci (bella l'idea e originale rispetto a quanto letto finora) e I riflessi del melograno di Zoe Giuliani di cui l'anteprima mi ha lasciato con la curiosità di sapere come continua la storia di Virginia.

Prima di presentare nei prossimi post qualche analisi del testo, ci sono alcune considerazioni da fare sulla qualità del self-publishing; e per qualità non intendo il valore letterario ma la professionalità con cui viene messo in vendita il prodotto. A molti sentire parlare di libri in termini di prodotto sembrerà sacrilego, ma in vetrina, sulle piattaforme di vendita online, c'è un prodotto con tanto di prezzo. E noi parliamo di questo: del prodotto.

E cosa si può dire del prodotto? Per prima cosa si può parlare della forma. Se prendiamo un libro di una casa editrice, oltre la copertina, ci sono due pagine bianche poi una pagina con il nome dell'autore e il titolo dell'opera seguita da una pagina di copyright. Tra le opere indie, mentre la pagina con nome autore e titolo opera è quasi sempre presente (quasi, ma non sempre), la pagina del copyright spesso manca. Soprattutto sembra essere un'abitudine, quella del copyright, poco diffusa tra i poeti.

Il mese scorso sono stato piuttosto restrittivo nel mettere in vetrina su Indie Shake&Co le opere indie: dentro gli ebook con copertina e pagina di copyright, fuori gli altri. La ragione stava nel tentativo distinguere tra opere con un minimo di cura editoriale e manoscritti caricati così come sono su una piattaforma di vendita online perché-tanto-è-possibile-farlo. Questo mese sono stato meno rigido, perché un romanzo di 250 pagine con una formattazione curata anche senza pagina di copyright è qualcosa di più di un manoscritto uploadato.

E qui arriviamo alla seconda considerazione, la lunghezza delle opere indie. Nella maggior parte dei casi  si tratta di racconti con una lunghezza (stimata in base alla dimensione del file) sotto le 100 pagine. E' vero che la lunghezza di un'opera non ne fa il valore letterario, ma come si dice "altezza mezza bellezza". E allora una raccolta fatta di 3 racconti, ciascuno dei quali di 3-4 pagine non sarà un po' poco? C'è davvero qualcuno disposto a pagare foss'anche 0.99€, rinunciando a un caffé, per 10 minuti di lettura di un autore sconosciuto?

Per 0.99€ io preferirei compare un romanzo da almeno 150 pagine con una bella sinossi. Eh già, eccoci arrivati alla sinossi. Che passione le sinossi! ne parliamo nel prossimo post!