martedì 1 aprile 2014

Un altro mese indie



Aprile è arrivato, è arrivata anche l'ora legale, un altro mese di letture indie è passato. E allora? E allora ecco un piccolo consuntivo della mia esperienza di esplorazione dell'imprevedible mondo indie.

Tanto per cominciare devo dire che sto trovando decisamente piacevole il mio appuntamento quotidiano di letture indie e tra le diverse cose che ho letto ce ne sono alcune che mi sono davvero piaciute. Tra queste L'enigma delle anime perdute di Manuela Paric (che tra l'altro ringrazio per avermi inviato l'ebook completo e del quale scriverò una recensione); mentre tra le anteprime più recenti, ho trovato molto intrigante Blu di cobalto di Merina Frattini, romanzo in prima persona a due voci (bella l'idea e originale rispetto a quanto letto finora) e I riflessi del melograno di Zoe Giuliani di cui l'anteprima mi ha lasciato con la curiosità di sapere come continua la storia di Virginia.

Prima di presentare nei prossimi post qualche analisi del testo, ci sono alcune considerazioni da fare sulla qualità del self-publishing; e per qualità non intendo il valore letterario ma la professionalità con cui viene messo in vendita il prodotto. A molti sentire parlare di libri in termini di prodotto sembrerà sacrilego, ma in vetrina, sulle piattaforme di vendita online, c'è un prodotto con tanto di prezzo. E noi parliamo di questo: del prodotto.

E cosa si può dire del prodotto? Per prima cosa si può parlare della forma. Se prendiamo un libro di una casa editrice, oltre la copertina, ci sono due pagine bianche poi una pagina con il nome dell'autore e il titolo dell'opera seguita da una pagina di copyright. Tra le opere indie, mentre la pagina con nome autore e titolo opera è quasi sempre presente (quasi, ma non sempre), la pagina del copyright spesso manca. Soprattutto sembra essere un'abitudine, quella del copyright, poco diffusa tra i poeti.

Il mese scorso sono stato piuttosto restrittivo nel mettere in vetrina su Indie Shake&Co le opere indie: dentro gli ebook con copertina e pagina di copyright, fuori gli altri. La ragione stava nel tentativo distinguere tra opere con un minimo di cura editoriale e manoscritti caricati così come sono su una piattaforma di vendita online perché-tanto-è-possibile-farlo. Questo mese sono stato meno rigido, perché un romanzo di 250 pagine con una formattazione curata anche senza pagina di copyright è qualcosa di più di un manoscritto uploadato.

E qui arriviamo alla seconda considerazione, la lunghezza delle opere indie. Nella maggior parte dei casi  si tratta di racconti con una lunghezza (stimata in base alla dimensione del file) sotto le 100 pagine. E' vero che la lunghezza di un'opera non ne fa il valore letterario, ma come si dice "altezza mezza bellezza". E allora una raccolta fatta di 3 racconti, ciascuno dei quali di 3-4 pagine non sarà un po' poco? C'è davvero qualcuno disposto a pagare foss'anche 0.99€, rinunciando a un caffé, per 10 minuti di lettura di un autore sconosciuto?

Per 0.99€ io preferirei compare un romanzo da almeno 150 pagine con una bella sinossi. Eh già, eccoci arrivati alla sinossi. Che passione le sinossi! ne parliamo nel prossimo post!

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