Gli italiani, negli Stati Uniti, hanno ricevuto il secondo maggior numero di lincaggi nella storia del Paese. Primi gli afroamericani. Ma il più grande linciaggio di massa, mai avvenuto nella storia degli USA, è stato proprio a danno degli italiani.
A seguito dell’uccisione del capo della polizia di New Orleans,11 italiani vennero arrestati con l’accusa di aver partecipato al delitto e di far parte della mafia. Appena portati dentro, fuori dal carcere si radunò una folla inferocita e il carceriere, senza pensarci troppo, decise di lasciarli entrare.
Gli 11 italiani veranno presi e impiccati ai lampioni in strada. I giornali del tempo diranno che “giustizia è stata fatta contro dei briganti.“
I linciaggi avvenivano di continuo. Nello statuto del Ku Klux Klan, 5 milioni d’iscritti al tempo, si prevedeva l’eliminazione dei neri, degli ebrei e degli immigrati cattolici, ovviamente italiani in primis.
Gli italiani che non impazziscono, che non vengono linciati o che non finiscono a fare i mafiosi, continuano a lavorare a capoccia bassa, aggrappati a non so bene cosa. E lavorano, lavorano sempre, anche quando non dovrebbero, come durante gli scioperi dei sindacati e così, tanto per farsi la vita ancora più complicata, arrivano a mettersi contro pure i sindacati che li accusano di essere dei crumiri, facendo il gioco dei padroni contro gli operai americani.
Le cose migliorano un po’ con la prima guerra mondiale. Sono migliaia gli italiani che si arruolano per combattere sotto la bandiera degli Stati Uniti. Gli immigrati che oggi vanno a scavare sotto le macerie di un'alluvione in Toscana o dopo un terremoto. Cercano la cosa più importante della loro vita e dei loro figli: l'accettazione di un popolo intero. Nel 1918, però, finita la guerra, l’Italia si ritrova distrutta e indebitata verso gli USA. Per racimolare i soldi, chiede ad ogni italiano di partecipare ad una specie di colletta nazionale. Gli italiani all’estero, soprattutto in America, partecipano numerosi e questo viene visto di buon occhio dagli americani del tempo.
Ma qualche tempo dopo scoppia il caso Sacco e Vanzetti, due commercianti condannati alla sedia elettrica per un omicidio che non hanno mai commesso. Una parte dell’America prova a difenderli, ma non funziona. Gli italiani finiscono di nuovo nell’occhio del ciclone: assassini, briganti, mafiosi, anarchici. Molti di loro, allora, si allontaneranno dalla politica, dai sindacati, almeno fino agli inizi della seconda guerra mondiale.
Il resto lo trovate nel documentario RAI “Storia dell’emigrazione italiana”. https://www.youtube.com/watch?v=8Xd3J0OyHxw&t=604s
Le cose non sono andate meglio in altre parti del Mondo. Il mio amico Daniele, quando lo andai a trovare a Zurigo, dove viveva, mi portò nel quartiere italiano e mi spiegò come il ricongiungimento familiare, negli anni 60, 70, fosse vietato. Gli uomini lavoravano come schiavi e le donne con i bimbi, venivano tenuti nascosti. Lo Stato italiano, con l’appoggio della Chiesa, riuscì a creare delle scuole serali per i bimbi italiani, proprio dentro le parrocchie della città. Il film Pane e Cioccolata è probabilmente uno dei film più duri e crudi di sempre sulla situazione degli immigrati italiani e parliamo di meno di 50 anni fa.
Ora questo lo volevo scrivere da tempo perché essere straniero significa anche sentirsi straniero, una condizione permanente che influisce costantemente sul tuo modo di essere. Per certi versi si dovrebbe parlare (se non proprio legiferare) di una meta-cittadinanza, ovvero di cittadini che non appartengono più al Paese d’origine ed allo stesso tempo non saranno mai cittadini nel Paese ospitante. In compenso avranno sempre il peso di doversi “comportare bene e meglio degli altri” perché non sarai mai più giudicato per la tua singola azione, ma per quella di un popolo intero e il comportamento del tuo popolo sarà il tuo. Gli stereotipi ti precederanno sempre.
La gente non vedrà mai più Abdul, ma un ragazzo arabo, quando gli va bene, oppure un terrorista, un estremista nella maggior parte dei casi. Ma c'è un lato buono in tutto questo ed è il tempo. La contaminazione è inevitabile ed è già in atto. Mangiate sushi come una volta mangiavate polpette, il kebabbaro non è più un posto esotico per pochi eletti, i capelli ve li fate fare dai cinesi e i vostri figli cresceranno con i loro e ai compleanni vi ritroverete a parlare con il papà di Samir, pakistano, e scoprirete che avete più cose in comune con lui che con la metà dei parenti vostri. Il mondo allora non sarà magicamente un posto migliore, ma solamente un posto con qualche stronzo razzista in meno a blaterare di cose insensate.
sabato 9 giugno 2018
Storia dell’emigrazione italiana.
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