lunedì 27 marzo 2017

Non è necessario offrirsi agli altri: solo a coloro che si amano

iosonorockmaballoiltango:

Oggi mi sento libero dal mio passato e da ciò che ho perduto. Voglio soltanto questa segregazione, questo spago chiuso, questo fervore lucido e paziente. E come si preme e si manipola il pane caldo, così voglio tenere fra le mani la mia vita, al modo di coloro che hanno saputo rinchiudere la loro tra fiori e colonne. Come, anche, quelle lunghe notti in treno in cui si può parlate con se stessi e prepararsi a vivere, soli col proprio io, e quell’ammirevole perseveranza nel riprendere certe idee, nel bloccare la loro fuga e nell’andare avanti ancora. Leccare la vita come zucchero d’orzo, plasmarla, affilarla, amarla insomma, come si cerca la parola, l’immagine, la frase definitiva, quella che conclude, che blocca, quella dalla quale si ripartirà e che costituirà d’ora innanzi tutto il colore del nostro sguardo. Qui posso davvero fermarmi, trovare finalmente il punto d’approdo di una vita sfrenata e senza respiro. Il mio sforzo consisterà appunto nel portare al limite estremo questa presenza di me stesso a me stesso, nel conservarla davanti a tutti gli aspetti della mia vita - anche a costo di quella solitudine che, ora lo so, mi è tanto difficile sopportare. Non cedere, tutto sta lì. Non consentire. Non tradire. In questo mi sarà d’aiuto la mia violenza e là dove essa mi conduce mi raggiungerà il mio amore, e con lui quella frenetica passione di vivere che è il sale delle mie giornate. Ogni volta che si cede (che io cedo) alle proprie vanità, ogni volta che si pensa e si vive «per apparire», si tradisce. E ogni volta è sempre la gran disgrazia di voler apparire che mi ha rimpicciolito dinanzi al vero. Non è necessario offrirsi agli altri: solo a coloro che si amano. 

Albert Camus, Taccuini 1935 - 1942. Gennaio 1936.



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