I surrealisti credettero che il vero linguaggio e la vera realtà fossero condannati e banditi dalla struttura razionalistica e borghese dell’Occidente. Avevano ragione, come sa chiunque sia poeta, ma non era che un momento della complicata operazione di togliere la buccia alla banana. Risultato, più d’uno se la mangiò con la buccia. I surrealisti si aggrapparono alle parole invece di svincolarsi da esse decisamente […] Fanatici del verbo puro, pitonesse frenetiche, accettarono tutto purché non sembrasse troppo grammaticale. Non ebbero abbastanza il sospetto che la creazione di un qualsiasi linguaggio, anche se finisce con il tradire il proprio significato, rivela irrefutabilmente la natura umana, che sia di un cinese o di un pellerossa. Linguaggio vuol dire risiedere in una realtà, esperienza vissuta di una realtà. Sebbene sia più vero che il linguaggio di cui ci serviamo è tradimento non basta volerlo liberare dai suoi tabù. Bisogna riviverlo, non rianimarlo.
Julio Cortazar, Il gioco del mondo
Lezione sul linguaggio di Julio Cortazar
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