I poeti non se ne vanno:
il loro destino è un grillo
che raschia le pareti della notte.
Quando abbandonano un paese
pensano di lasciare la loro infanzia,
e ciò che segue
sono passi di bambino nel mondo.
Qualcuno gli nega lo zucchero filato,
e non c’è nulla di più triste
della luce estinta di un poeta
venti anni più tardi
davanti a un gioco meccanico.
Inclinano la bilancia
in un luogo del tragitto
e ogni ritorno
è un tornare mammifero.
La loro macchina per formiche
apre un sentiero tra le foglie.
I poeti sono alberi in fuga
che vogliono gettare radici
in un pianeta a parte.
- Dennis Avìla (via un-belmorir)
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