giovedì 18 gennaio 2018

iosonorockmaballoiltango: Questa è la luce della mente, fredda e planetaria. Gli alberi della mente...

iosonorockmaballoiltango:

Questa è la luce della mente, fredda e planetaria.

Gli alberi della mente sono neri. La luce è azzurra.

Le erbe mi riversano sui piedi le loro angosce come se fossi Dio,

pungendomi le caviglie e mormorando la loro umiltà.

Brume fumose, spiritali, abitano questo luogo

che una fila di lapidi separa dalla mia casa.

Non vedo proprio dove si possa andare.

La luna non è una porta. È una vera faccia,

bianca come una nocca e stravolta.

Si trascina dietro il mare come un delitto oscuro, è silenziosa,

la bocca fissa nell’O della disperazione. Io vivo qui.

La domenica le campane per due volte fanno trasalire il cielo —

otto grandi lingue che affermano la Resurrezione.

Alla fine rintoccano sobriamente i loro nomi.

Il tasso indica l’alto. Ha una forma gotica.

Gli occhi lo seguono e trovano la luna.

La luna è mia madre. Non è dolce come Maria.

Le sue vesti azzurre sprigionano pipistrelli e gufi.

Come vorrei credere nella tenerezza —

Il volto dell’effigie, addolcito dalle candele,

che china, proprio su di me, gli occhi soavi.

Sono caduta lontano. Le nuvole fioriscono

azzurre e mistiche sul volto delle stelle.

Dentro la chiesa, i santi saranno tutti azzurri,

fluttuanti su piedi delicati sopra i banchi freddi,

le mani e i volti rigidi di santità.

La luna non vede nulla di tutto questo. È calva e forsennata.

E il messaggio del tasso è il nero — il nero e il silenzio.

Sylvia Plath



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