Ehi, voi che state passando di fretta su questo blog, slow down, please. Ho una storia da raccontarvi.
Qualche giorno fa stavo ascoltando questa TED Conference:
A Darwinian Theory of Beauty; non è necessario che clicchiate sul link per andare a sentirla, perché la storia che vi devo raccontare è leggermente diversa.
E' imbarazzante ammetterlo, ma mentre stavo ascoltando Denis Dutton, che insegna filosofia dell'arte alla University of Canterbury in Nuova Zelanda, mi sono appisolato, giusto un momento - but, ehi I'm not joking, that TED Conference is really interesting.
Quando mi sono ripreso... non so cos'è successo tra le sinapsi del mio cervello, ma mentre Dutton stava parlando del pavone e della sua coda, ho pensato: "caspita, questa teoria sulla bellezza calza a pennello per la scrittura".
Mi spiego. Avete mai preso un libro in mano ed esclamato:"Wow, è scritto benissimo", magari a proposito di uno scrittore di cui non avevate mai letto nulla. E in quel preciso momento, in quel preciso momento, avete la sensazione di esservi imbattuti in un vero maestro. Ecco, quel "è scritto benissmo" ci fa venire voglia di leggere: la bellezza di una pagina scritta bene.
C'è un detto secondo cui la bellezza è negli occhi di chi guarda... o di chi legge, come in questo caso. Se così fosse saremmo culturalmente condizionati a pensare che un certo tipo di scrittura è bella, che alcuni autori scrivono bene a prescindere. Oppure c'è qualcosa di universale, che va oltre il relativismo culturale, ed è inerente a ciò che percepiamo come bello?
E' qui che la teoria darwininana della bellezza di Denis Dutton viene in aiuto.
Scrivere bene? è la sopravvivenza, bellezza!
Secondo Denis Dutton, il senso della bellezza è legato al nostro istinto di sopravvivenza. I dipinti più apprezzati, trasversalmente in tutte le culture, sono invariabilmente i paesaggi. In particolare i paesaggi in cui sono dipinti prati, magari delimitati da piccoli boschetti, in cui compaiono animali, c'è dell'acqua. In altre parole, i dipinti di un eco-sistema perfetto in cui i nostri antenati cacciatori-raccoglitori potevano prosperare.
Siamo attratti da ciò che favorisce la nostra sopravvivenza.
E avete mai fatto caso che i libri sono pieni di descrizioni di paesaggi? A me per esempio sono sempre piaciute moltissimo le descrizioni dei paesaggi di Hemigway in Verdi colline d'Africa:
Eravamo discesi fino a Rift Valley per una rossa strada sabbiosa attraverso l'altipiano, poi su e giù per le colline cosparse di alberi da frutta, intorno a un tratto di foresta, sino alla cresta di quella muraglia da cui si potevano vedere la pianura, la spessa giungla che si stendeva sotto e il lungo scintillio del lago Manyara con le sue rive secche e un'estremità tutta rosa per mezzo milione di minuscoli punti che altro non erano che fenicotteri.
Bello vero? Non è soltanto evocativo - la bravura dello scrittore sta anche nel legare il paesaggio al sentimento, inglobarlo nella storia - la scena descritta da Hemingway è semplicemente bella.
Oppure la descrizione di Piazza Sarzano, di Dino Campana, che trovo formidabile:
A l’antica piazza dei tornei salgono strade e strade e nell’aria pura si prevede sotto il cielo il mare.L’aria pura è appena segnata di nubi leggere. L’aria è rosa. Un antico crepuscolo ha tinto la piazza e le sue mura.E dura sotto il cielo che dura, estate rosea di più rosea estate.Intorno nell’aria del crepuscolo si intendono delle risa, serenamente, e dalle mura sporge una torricella rosa tra l’edera che cela una campana: mentre, accanto, una fonte sotto una cupoletta getta acqua acqua ed acqua senza fretta, nella vetta con il busto di un savio imperatore: acqua acqua, acqua getta senza fretta, con in vetta il busto cieco di un savio imperatore romano.
L'acqua fresca, il cielo, gli uccelli, l'evocazione del mare... un'immagine serena.
Il virtuosismo è sexy
Se è vero che troviamo il bello in ciò che ci aiuta a sopravvivere, la coda del pavone è l'eccezione che conferma la regola.
Quando il pavone sfoggia la sua coda, non lo fa per sfuggire ai predatori o imporsi in una gara di forza, ma lo fa per attrarre le femmine. Lo stesso accade per noi: percepiamo la bellezza non solo in ciò che ci aiuta a sopravvivere ma anche in ciò che ci permette di metterci in mostra al meglio per... svariati motivi.
Quando si scrive con abilità, intelligenza, dimostrando di saper usare il linguaggio si mostra forza intellettuale, fascino, carisma, le doti migliori per superare la selezione naturale. Come dice Dutton "Gli esseri umani hanno un gusto innato permanente per il virtuosismo. Troviamo la bellezza in qualcosa di ben fatto".
Per dirla tutta, scrivere bene è sexy.
Per quanto mi riguarda, il suono delle parole, il ritmo, le immagini di una pagina scritta bene mi fanno sognare. Che sia sempre e solo Darwin a spiegare la materia di cui sono fatti questi sogni?