venerdì 11 aprile 2014

Sinossi che passione!



La sinossi. Me ne sto rendendo conto leggendone tante una dietro l'altra: la sinossi è il biglietto da visita dell'opera. Non è retorica. A volte la tendenza (parlo anche per me) è quella di scrivere, nella sinossi, dei massimi sistemi. Un esempio? eccolo:
La natura del pensiero empirico consiste dunque nel liberare dal significato i propri “sensi interni”, per esplorare le correnti emozionali e mentali e raggiungere “un vuoto ideale”, al limite della cultura e del pensiero. - (Empirismi, stati di coscienza e altri elettricismi di Aldo Strisciullo)

E' la sinossi di una raccolta di poesie. L'avreste mai detto? Bene, leggendo, sto realizzando che da lettore i massimi sistemi non mi interessano. Se una sinossi non mi fa capire cosa leggerò - poesia, romanzo, racconti - vuol dire che non è efficace.

E non mi interessa nemmeno che l'autore mi spieghi in quelle poche righe il suo concetto di poesia. Da una sinossi voglio sapere che genere di storia andrò a leggere, quale mondo, quale dimensione le poesie esplorano, qual è il loro contenuto di originalità che dovrebbe spingermi a leggerle. Voglio sapere se la storia mi può interessare; e non voglio un assaggio letterario, per quello c'è l'anteprima.

Poi ci sono le sinossi che tentano di stuzzicare la curiosità del lettore. Per esempio:
Non era vero niente. - (Come me non c'è nessuno di Antonio Castelli)
oppure
Hai mai avuto voglia di disertare? - (Il disertore di Marco Bonafede)
Sono le sinossi più brevi che mi sia capitato di leggere. Funzionano nell'acchiappare lettori? magari questo possono dircelo gli autori se per caso capitano da queste parti; per quanto mi riguarda posso dire che su di me non fanno un grande effetto.

Io per le sinossi ho la mia strategia. E' quella tecnica di scrittura chiamata fiocco-di-neve. Consiste nel prendersi il tempo, diciamo un’oretta, per sintetizzare in una sola frase tutto il libro. Io inizio con poche parole, non più di 15, cercando di tratteggiare il quadro generale e al tempo stesso specifico della storia, spiegando quale personaggio ha più da perdere e cosa vuole ottenere. Ed è utile farlo subito, nel momento in cui si progetta la storia. Prima ancora di iniziare a scrivere, la sinossi è pronta, in tutta la sua essenzialità.

3 commenti :

  1. in realtà l'ho già cambiata, aggiungendo l'incipit.

    "Il disertore volse le spalle ai suoi compagni e si addentrò nel bosco. Camminò a lungo, temendo che qualcuno si fosse accorto della sua assenza e lo inseguisse. Le ombre del bosco si fecero più fitte e la temperatura più fredda, sino a farlo rabbrividire."

    Hai mai avuto voglia di disertare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. >Hai mai avuto voglia di disertare?
      io sì, ;)

      grazie Marco per il tuo intervento. Non era assolutamente una critica la mia, del resto ciascuno sceglie di presentare il proprio libro come meglio ritiene.

      Piuttosto, volevo tentare di capire quali ingredienti ci vogliono per un buon biglietto da visita del libro: spiegare al lettore cosa andrà a leggere per convincerlo che i soldi che spenderà non sono buttati via, o incuriosire il lettore o un misto di tutte e due le cose.

      Ho aggiornato la scheda del tuo libro
      http://indieshakeandco.blogspot.it/2014/04/il-disertore.html

      ciao
      rabo

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina