(via La felicità è una cosa seria)
La felicità è una cosa seria – Litteratti
Finalmente è arrivato il gran giorno. La prima parte del mio primo romanzo La felicità è una cosa seria è acquistabile – in realtà già da qualche giorno – su Amazon sia in formato ebook (Kindle) che in formato cartaceo (copertina flessibile).
A proposito, la copertina, che a me piace un sacco, è l’albero della felicità di Gustav Klimt. Mi sembrava appropriato. Sono orgogliosamente orgoglioso di essere uno scrittore indie e molto soddisfatto di aver curato tutta la produzione del libro.
Ma di cosa parla il romanzo? Non è un fantasy, non è uno young adult o un romanzo rosa. Non è un romanzo di genere, e forse questo non è molto usuale tra gli scrittori indie. E’ semplicemente narrativa. Ho tentato di mescolare un po’ il linguaggio facendo entrare qualche espressione d’inglese, e ho tentato di raccontare una storia contemporanea.
Sinossi
Cos’è la felicità? ciò che vogliamo e pensiamo di meritare oppure un’idea che ci spinge instancabilmente a rischiare e a perdere il controllo della nostra vita?
Il giovane protagonista è un ricercatore alle prese con la precarietà e la crisi dell’università e della società italiana.
Joshua, Young Hyde, Evil Monkey, gran cerimoniere della musica anni ‘80, sono alcuni degli amici che ha incontrato frequentando un centro sociale e che si battono per conservare la memoria di un quartiere contro le trasformazioni urbane.
Quando riceve una mail che gli comunica di aver vinto la selezione di un’università londinese per lavorare a un misterioso progetto sulla felicità, le sue prospettive cambiano. Dopo qualche esitazione, decide di partire, abbandonando gli amici alle prese con i problemi del centro sociale.
A Londra divide un appartamento con Victoria, una giovane americana che si trova nella capitale inglese per studiare. Mentre stringe amicizia con questa strana ragazza, incontra nuovi amici e si troverà ancora una volta a decidere sul suo futuro.
Incipit
Ecco questa mattina d’autunno, col sole tiepido, il cielo trasparente. Due persone alla fermata dell’autobus e un certo via vai. Prendo l’ipod, infilo le cuffie. Scendo per strada correndo. Solito giro, cinque chilometri, verso collina, lungo il fiume.
Il panorama che ho davanti non è come in quelle perfettissime fotografie dai colori accesi e tutte le possibili sfumature, tra il giallo e il rosso, degli alberi, sullo sfondo di un cielo azzurrissimo… Vermont, New England, posti così… quelle foto che si vedono su Internet… damn web and all your post-truth! Qui non è così suggestivo. Sarà per via di Photoshop, Instagram o qualche altra stupida app; o è per via delle proporzioni. Ma se anche la collina non è una foresta… l’autunno si prende la ribalta lo stesso e mette in scena tutto un melodramma. E a me che sono un po’ miope e le macchie di colori sembrano tanti fuocherelli… giù di cappello e tutto il mio stupore. A trent’anni suonati la natura mi colpisce ancora
Buona lettura a chi vorrà cimentarsi!
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