“Un uomo cieco in una casa vuota
Trascina alcuni limitati passi
E tocca le pareti che si allungano
E le vetrate delle porte interne
E le ruvide costole dei libri
Al suo amore vietati e la smorzata
Argenteria che fu degli antenati
E i rubinetti dell’acqua e gli intagli
E alcune vaghe monete e la chiave.
Non c’è nessuno nello specchio, è solo.
Va su e giù. La mano lambisce il bordo
Del primo scaffale. Senza volerlo,
Si è disteso sul letto solitario
Ed avverte che gli atti che egli esegue
Infinitamente nel suo crepuscolo
Ubbidiscono a un gioco che non sa
E che dirige un dio indecifrabile.
Ripete a voce alta e cadenzata
Frammenti dei classici e sperimenta
Variazioni di verbi e di aggettivi
E bene o male scrive questi versi.”
- Jorge Luis Borges, Un sabato, da “Storia della notte”, 1977 (via somehow—here)
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