lunedì 19 ottobre 2015

Typhoon-hit Vanuatu schools

Teachers in Port Vila, Vanuatu dry books under the direct sun after Cyclone Pam ravaged the Pacific island nation (on March 2015).
Port Vila, Vanatu. Via Save Children

mercoledì 14 ottobre 2015

Io Scrittore ultimo atto



And in the end, ladies and gentlemen, here we are!

Eccomi, con una buona manciata di ore di anticipo sulla deadline, in dirittura d'arrivo con le valutazioni dei 10 romanzi in lettura #Ioscrittore
Ho già parlato dei primi cinque, tra i quali ne ho salvato uno dall'insufficienza, in un post precedente. In questa seconda tranche ho acciuffato per i capelli un'altra opera, che non è malissimo, molto attuale. Se al primo do complessivamente un 8, questo secondo potrebbe essere un 6 o forse anche un 7 meno. Sui voti numerici sto ancora ragionando. 

Complessivamente le altre opere mi sono sembrate trascurabili: banalità, retorica, storie poco convincenti. Una in particulare se fosse state un po' più ragionata, se l'autore/autrice avesse avuto un po' più di tempo, sarebbe riuscita meglio. Così en passant, credo che il romanzo con cui mi sono presentato alla prima manche sarebbe ricaduto in questa categoria. 


Cosa conta quando si scrive

Per quanto riguarda la mia esperienza di lettore/valutatore devo dire che mi sono decisamente divertito. Mi sono divertito a scrivere i giudizi ed anche a provare a sintetizzarli in un voto. 
Ma oltre al divertimento ho imparato qualcosa che penso mi sarà utile per la mia attività di scrittore. 

Ho capito quanto è importante sapere dove si sta andando quando si scrive, avere un Polo Nord verso cui essere diretti. Ho capito quanto è importante focalizzarsi sulla struttura. E' questo che permette di prefigurare qualcosa, di orchestrare i temi. Uno stile interessante o un giro di parole intelligente può spiccare, ma è la struttura su cui è costruito un pezzo a lasciare l'impressione finale. E quando non c'è salta subito all'occhio.

L'ho capito leggendo questi romanzi imperfetti, dovendo valutare i loro punti di forza e di debolezza, guidato dal mio Nord magnetico che era quello di trovare una storia interessante da leggere. 

My two cents.

lunedì 12 ottobre 2015

Macleod’s Books, Vancouver

Yes, it is crowded with old books. Macleod's Books, Vancouver, BC

Macleod's Books, Vancouver, BC

venerdì 9 ottobre 2015

Svetlana Aleksijevich



Non saprei immaginare un Nobel per la letteratura più giusto e meritato di quello assegnato a Svetlana Aleksijevich.
Ho imparato a conoscere questa scrittrice leggendo Preghiera per Chernobyl, qualche anno fa. E anche se i fantasmi di Chernobyl stanno lentamente svanendo, è impossibile dimenticare questo coro di voci nella loro assoluta verità.

Si potrebbe obiettare che i libri di Svetlana Aleksijevich sono reportage e non letteratura, al contrario delle opere di Alice Munro, Doris Lessing, Orhan Pamuk o Harold Pinter, per citare alcuni tra gli ultimi vincitori.

Riflettendo mi viene da dire che la letteratura ha questa cosa di strano: di raccontare un pezzo di verità attraverso la finzione. L'universo letterario è fatto di personaggi immaginari, probabili, verosimili, di cui non c'è traccia nel mondo reale. E' come spiare la vita attraverso il riflesso di uno specchio.
Quando invece questo pezzo di verità lo si racconta in maniera intensa dando voce a persone vere, donne, uomini, bambini, soldati e contadini,  intellettuali, credenti e atei, destini, generazioni, è uno sguardo dritto al cuore della vita.
"Tu, Svetocka, non prendere nota di quello che ti racconto, e non comunicarlo alla gente. Sono cose che è impossibile comunicare. Io te le racconto soltanto perché io e te si possa piangere un poco insieme. E perché, andando via, tu ti volti a guardare la mia casetta non una volta, ma due".    (Da Preghiera per Chernobyl

martedì 6 ottobre 2015

Io Scrittore: le prime recensioni



Il 15 ottobre si avvicina.
Dopo che la mia partecipazione a #IoScrittore si è interrotta alla prima manche - vi risparmio il fatto che non avevo ancora concluso il mio romanzo ma di questo vi tedierò in un post successivo ;) - sono stato arruolato tra i valutatori. E quindi eccomi a recensire dieci opere.
In breve la recensione consiste in un giudizio tra i 200 ed i 3000 caratteri ed in una valutazione sintetica che prevede una doppia scala (numerica da 1 a 10 e giudizi da del tutto insufficiente a molto buono) su cui valutare: (i) la trama e i personaggi, (ii) l'originalità dell'opera e (iii) la grammatica e l'ortografia.
Devo ammettere che sul giudizio relativo alla grammatica e all'ortografia sono un po' in imbarazzo. Nel senso che non ho trovato svarioni grammaticali e ortografici sistematici - l'errore casuale di battitura ci p stare - e quindi credo di assegnare a tutti un ecumenico discreto (in voto numerico un bel 7), magari spingendomi su voti un po' p alti per premiare lo stile.
Invece saranno i giudizi su trama e personaggi, e originalità dell'opera a fare la selezione tra i romanzi che sto valutando.

I primi giudizi 
E allora, quali opere sto valutando? Per ovvie ragioni non posso scrivere i titoli né rivelare alcunché della trama, ma vi parlerò, in generale, dei primi cinque di cui ho terminato di scrivere la recensione. E di questi primi cinque... ne ho salvato uno soltanto. Well, 1 su 5 fa comunque un buon 20% di probabilità di successo: decisamente meglio di un biglietto del super-enalotto ;)
Prima di svelarvi cosa ho salvato di questo libro vi dirò cosa non mi è piaciuto degli altri quattro che ho bocciato e che presentano molti punti di debolezza comuni. Primo tra tutti, l'assenza di una storia originale. Credo anche di averlo scritto in qualcuna delle valutazioni, ma leggendo questi romanzi con lo scopo di doverli valutare mi sono fatto da lettore queste due domande:
  • c'è qualcosa tra queste pagine che valga la pena di essere raccontata?
  • cos'ha di nuovo questa storia che valga la pena di essere letta?

Se un autore facesse lo sforzo di mettersi nei panni di un lettore forse eviterebbe molte delle inutili, verbose, banalotte considerazioni personali.
I dialoghi. I dialoghi sono uno strazio. Non è facile scrivere un dialogo: se si tenta di mettere su carta il parlato quotidiano, sappiamo tutti che non funziona. Perché il parlato tra due persone è qualcosa di più delle parole pronunciate: c'è il nondetto, il frainteso, la sorpresa etc. Anche qui bisogna sapere cosa si vuole far passare attraverso i dialoghi, bisogna utilizzare i dialoghi per spingere in avanti la storia; bisogna avere un punto di arrivo. E invece nella maggior parte delle cose che ho letto i dialoghi sono espositivi, apparentemente senza finalità all'economia della storia, altamente improbabili. Tutto questo porta a non avere dei personaggi credibili, e ad appiattire la storia.

Il libro che si salva
Ecco, il libro che ho salvato non ha tutti questi errori. Non è un capolavoro, è semplicemente un romanzo rosa scritto con mestiere da un autore che sa costruire una storia, che ha scelto un'ambientazione tutto sommato originale (almeno per me che non frequento molto il genere) e che ha anche qualche finezza stilistica.
Ok, autori rosa dal lieto fine di Io Scrittore, qualcuno di voi potrebbe avere avuto un giudizio lunsinghiero ;)