Il sentimento che le portava, lo sentiva, era sincero: il suo centro di gravità permanente era affollato non solo di romanticismo, di sogni, del pathos trasudante la somma dei più arditi desideri. Vi brillavano anche la coerenza espressa nell'urgenza di cercarsi e viversi, di camminare insieme sempre più stretti, sempre più intimamente vicini, di amarsi con slancio e continuità, e tutti quei desideri che, ora, con una priorità comune a chi è totalmente preso da un così alto sentimento, stavano trasformandosi in realtà, e stavano moltiplicando i giorni della loro comune fortuna, i giorni da ricordare per sempre.
Giulia Cingerte, da “La moltiplicazione di un seme”
sabato 6 ottobre 2018
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