La storia non si snoda come una catena di anelli ininterrotta. In ogni caso molti anelli non tengono.
La storia non contiene il prima e il dopo, nulla che in lei borbotti a lento fuoco.
La storia non è prodotta da chi la pensa e neppure da chi l'ignora. La storia non si fa strada, si ostina, detesta il poco a paco, non procede né recede, si sposta di binario e la sua direzione non è nell'orario.
La storia non giustifica e non deplora, la storia non è intrinseca perché è fuori.
La storia non somministra carezze o colpi di frusta. La storia non è magistra di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi la devastante ruspa che si dice. Lascia sottopassaggi, cripte, buche e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge quanto più può: se esagerasse, certo sarebbe meglio, ma la storia è a corto di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo come una rete a strascico con qualche strappo e più di un pesce sfugge. Qualche volta s'incontra l'ectoplasma d'uno scampato e non sembra particolarmente felice. Ignora di essere fuori, nessuno glien'ha parlato. Gli altri, nel sacco, si credono più liberi di lui.
Eugenio Montale
venerdì 18 gennaio 2019
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